martedì 28 agosto 2012

Tajine di pollo alle olive


Tajine di pollo alle olive

In passato, andando in vacanza, non ho mai avuto un vero interesse per il cibo se non quello di mangiarlo ovviamente, sono sempre stata una buona forchetta attenta e curiosa dei piatti che non conoscevo e, anche se ho assaggiato il mahi mahi alle Hawaii, un pesce buonissimo del quale non conosco le sembianze da vivo o lo squalo in Australia (ho evitato il canguro perché non potevo mangiare ciò che avevo fotografato e quasi toccato un momento prima!!!) o il maiale con le vongole in Portogallo, non mi ha mai sfiorato l’idea di comprare un libro di ricette o sapere come fosse fatto un piatto…fino ad ora, sì perché da quando ho aperto il blog invece, vedo tutto con un altro occhio, il punto di vista è cambiato, non è più solo buon cibo che mangio, ma è un piatto che potrei rifare o dal quale trarre ispirazione, perciò lo studio, lo scruto, lo fotografo, suscitando curiosità e sgomento nei miei commensali. Ora mi piace sperimentare di più, conoscere gli ingredienti più strani e particolari e i diversi modi di cottura.


Nel viaggio in Marocco di qualche mese fa, infatti, sono partita con la voglia di assaggiare tutto e di imparare qualcosa di nuovo. Ho comprato vari libri di ricette in più lingue, salvo l’arabo naturalmente, ho assistito a tutte le lezioni di cucina dello chef del nostro albergo, in giro per il souq ho ammirato i movimenti delle donne che preparavano a mano gli m’semen per strada, ho ascoltato tutte le spiegazioni dei venditori di spezie e ho comprato un bel tajine, salvo poi scoprire che li vendono anche qui nelle macellerie arabe……ah! la globalizzazione!!


Se impari ad usare il tajine, scopri un amico in cucina, perché è il tipico utensile che può risolverti la cena con pochi ingredienti e utilizzando come condimento solo l’acqua. L’acqua che evapora ricade all’interno del piatto mantenendo intatti i succhi della carne che, diventa molto morbida. La casa viene pervasa dai profumi inebrianti delle spezie e  l'effetto in tavola  del tajine, è da mille e una notte…..


Pollo 1,5 kg (io ne ho usato circa la metà, dimezzando le dosi)
Olive verdi e nere 250 gr
Aglio 2 spicchi
Cipolla 1
Coriandolo fresco 1 mazzetto
Prezzemolo fresco 1 mazzetto
Curcuma e paprika dolce in polvere
Stimmi di zafferano
Limone salato 1 spicchio
Olio evo
Sale
Pepe
Acqua una tazza


Ridurre il pollo in pezzi e strofinarlo con uno spicchio d’aglio e un poco di paprika. Mettere il tajine sul fuoco utilizzando un frangifiamma. Rosolare i pezzi di pollo nel piatto del tajine con 3 cucchiai d’olio poi unire la cipolla tritata e l’altro spicchio d'aglio, un pizzico di curcuma e stimmi di zafferano, un cucchiaio scarso di paprika, sale e pepe. Rimescolare bene poi unire un trito di prezzemolo e coriandolo e una tazza scarsa di acqua bollente. Coprire e mantenere il bollore per mezz’ora. Aggiungere le olive e la buccia del limone salato a lamelle e, a recipiente scoperto fare ritirare il sughetto per 10 minuti. Si può aggiungere anche un cucchiaio di farina sul fondo di cottura per renderlo più cremoso. Il piatto si serve in tavola dentro il tajine e può essere accompagnato da uova sode.

venerdì 24 agosto 2012

Plumcake crumble alle susine gialle


Plumcake crumble alle susine gialle
Ognuno ha le proprie piccole manie, mio marito per esempio, ovunque siamo, non riesce a non leggere gli annunci immobiliari. Non perché abbia intenzione di comprare casa o perché lavori nel ramo, ha solo una curiosità sfrenata riguardo alle oscillazioni del mercato e in ogni luogo che visitiamo, lui DEVE vedere quanto costano le case.


Da parte mia, non riesco a dire di no agli utensili per la cucina e ai mercatini con ingredienti genuini e caratteristici. Se vedo uno strumento per cucinare che non ho, mi sale istantaneo un “lo voglio lo voglio lo voglio”…. Mi limito solo per mancanza di spazio o per il costo proibitivo di un particolare design. Per gli ingredienti strani è diverso…. La soglia dell’autocensura è mooolto più alta!


Proprio per dare sfogo a questa mia ossessione, qualche giorno fa ho visto delle susine gialle biologiche, provenienti da frutteti della zona e non ho saputo resistere. Pensare che, fino a qualche anno fa, non me le filavo per niente poi, dopo che sono rimasta incinta, ho cambiato molti dei miei gusti e delle abitudini precedenti e le susine, tutte, sono entrate di prepotenza a far parte del mio menù. 


Viste e prese, è stato un attimo e ho deciso di provare la ricetta di un plumcake trovato in un vecchio numero di Sale e Pepe, ottimo per la colazione e una merenda.


Susine gialle 200 gr snocciolate
Fiocchi d’avena 100 gr
Uova 2
Zucchero di canna mascobado 180 gr
Olio vegetale 1 dl
Latte fermentato 2 dl (o latte parzialmente scremato con due gocce di limone o yogurt)
Cannella in polvere un pizzico
Lievito per dolci mezza bustina
Sale un pizzico

Per il crumble

Farina 50 gr
Farina di mandorle 50 gr
Burro freddo a dadini 50 gr
Zucchero di canna 40 gr

Preparare il crumble mescolando velocemente tutti gli ingredienti con le mani, in modo da formare il tipico composto sbriciolato. Conservare il crumble in frigo fino all’utilizzo. Sbattere le uova con lo zucchero, il latte fermentato e l’olio. Aggiungere la farina, i fiocchi d’avena e il sale poi le susine tagliate e la cannella. Mescolare bene e incorporare il lievito poi, versare tutto nello stampo da plumcake, imburrato e infarinato. Distribuire il crumble sulla superficie e porre nel forno già caldo a 180 °C per 40 minuti circa (vale la prova stecchino). Dopo 20 minuti coprire il plumcake con un foglio di alluminio per evitare che il crumble si bruci. Sfornare solo dopo che il cake sarà completamente raffreddato.

domenica 19 agosto 2012

Ferie d'agosto in Garfagnana

Castelnuovo di Garfagnana

L’estate è in assoluto la stagione durante la quale esco di più la sera. Giro tra cene fra amici, grigliate sul mare, sagre di ogni genere e qualche locale vecchio e nuovo ma, in nessuna di queste occasioni , ho mai visto una mise en place degna di nota. Anche nel locale più elegante la disposizione dei piatti e delle posate così come la scelta dei colori o di una atmosfera particolare è abbastanza anonima, nessuna ha mai attirato la mia attenzione…prima del menù. 
Come ogni anno, almeno una settimana d’agosto, mi rifugio nel mio paesello natio per riposarmi, vedere vecchi amici e per stare un po’ con la mamma (anche alla mia veneranda età la mamma è sempre la mamma), così quando con mia sorella e i bambini siamo andati a fare colazione in una pasticceria del centro di Castelnuovo di Garfagnana qualche giorno fa, la sistemazione dei tavoli e l’atmosfera all’interno del negozio mi sono piaciuti tantissimo perché in quelle piantine dell’orto, confezionate in vasi ricavati con fondi di bottiglie dell’acqua,ricoperti di sacchetti di carta, ho visto la cura e  l’attenzione al particolare e, soprattutto quell’atmosfera di campagna e di sapori di una volta.





 
L’antica pasticceria Fronte della Rocca, davanti all’ingresso della Rocca Ariostesca appunto, è gestita da Federica e Massimiliano che, in pochi anni , con passione e dedizione l’hanno trasformata in un locale molto ricercato , facendo della genuinità e della creatività i loro punti di forza. ..L’utilizzo degli ingredienti di qualità del territorio l’hanno resa una delle pasticcerie e cioccolaterie più buone della Valle del Serchio. 





Con questa ricetta partecipo al contest di Cinzia e Valentina "Colors and food, what else?"
Colors & food, what elese? agosto



mercoledì 15 agosto 2012

Torta Priscilla ....... Ciambellone con esplosione di frutta e fonduta di cioccolato al peperoncino


Torta Priscilla

Tutto è cominciato davanti all’Imperial Hotel di Sidney, quando mio fratello e mia cognata, che erano in Australia già da un mese per girare un reportage di viaggio per la televisione, decisero che, tutti insieme, avremmo fatto il tour della città, avendo come guida una drag queen. Con parrucche colorate, a fianco di Mitzi, un signore di mezza età, un tantino sovrappeso, vestito con un bustino strettissimo che sfidava le leggi della fisica e lustrini e paillettes, ci siamo divertiti moltissimo. Il tour terminava nel bar dell’Imperial Hotel, noto locale della città, punto di ritrovo della comunità gay e lesbica di Sidney e dove Mitzi, nella location che era stata del film Priscilla la regina del deserto, si esibì in un balletto.


Appena rientrata dal viaggio ho voluto vedere quel film che non avevo mai visto, mentre mio fratello e mia cognata continuarono il giro, seguendo le orme di Priscilla, fino ad Alice Springs.


Il film racconta di tre transessuali che si esibiscono in gay bar di Sidney. Quando il compagno di uno di loro muore, decidono di andare fino ad Alice Springs dove la ex moglie di Mitzi, il protagonista, ha un ingaggio per loro. Per trasportare gli ingombranti costumi di scena, affittano un torpedone che, ribattezzano, Priscilla. Le loro solitudini si legano in una amicizia forte e il viaggio che intraprendono non è soltanto fisico ma anche interiore, soprattutto per Mitzi che scoprirà di avere un figlio di 8 anni. Il film è divertente, irriverente, tenero e ricco di umanità, giocato tra il dover e il voler essere dei protagonisti, accompagnato da stupende immagini dell’Australia e da una colonna sonora degna della migliore disco music. Il film ha vinto l’Oscar per i costumi ed oggi è diventato un famoso musical.

La scena del bar - Tratto da Priscilla la regina del deserto


Questa pellicola mi ha ispirato un ciambellone soffice (quello di Adelaide Melles che proviene da vecchi ricettari di sua madre) che, mi ricorda atmosfere di casa e di famiglia, come l’unione dei tre amici può considerarsi. La frutta multicolore e sgargiante non può descrivere meglio i costumi usati nel film e la fonduta di cioccolato al peperoncino esprime tutto il piccante e il sexy narrato nella pellicola.


Ciambellone soffice:

Zucchero 250 gr
Farina
 250 gr
Uova
 3
Olio di semi130 ml
Acqua 130 ml
Lievito 1 bustina

Cacao amaro 
2 cucchiai

Mettere nel mixer le uova con lo zucchero e montarle fino a farle diventare spumose, aggiungere l’olio, l’acqua e la farina e il lievito setacciati.
Imburrare uno stampo a ciambella e versarvi i 3/4 del composto che risulterà piuttosto liquido. Nel composto rimasto, mettere due cucchiai di cacao amaro, mescolare bene e aggiungerlo nello stampo, sopra l’altro. Cuocere in forno caldo, a 180° per circa 40 minuti.

Per gli spiedini:

Melone
Anguria baby
Fragole
Mirtilli
Ribes
Uva
Lamponi
Kiwi

Per gli spiedini di frutta utilizzare frutta a piacere e gli stampini dei biscotti per fare le forme.


Per la fonduta di cioccolato

Cioccolato del Ghana 40,5% 100 gr
Habanero rosso qualche semino

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con alcuni semi di peperoncino che poi saranno tolti filtrando il cioccolato.

 Con questa ricetta partecipo al contest "Contaminazioni food&cinema


mercoledì 8 agosto 2012

Faraona agli aromi di Liguria

Faraona agli aromi di Liguria

Finalmente riesco a pubblicare un post! Tra problemi di connessione wireless, impegni imprevisti di vario genere e il mio cervello in pappa a causa del caldo e non solo, non riuscivo a trovare mai il momento giusto per scrivere qualcosa e tantomeno per cucinare.

Mi domando quale sia il meccanismo del cervello che in un attimo, alla vista di un oggetto, ti fa ricordare  una persona alla quale in quel momento non stavi nemmeno pensando. Il nostro ricordo non è legato solo al singolo individuo ma è più complesso, vincolato ai momenti passati insieme e alle emozioni vissute con certe persone. Mi ha sempre affascinato lo studio della parte emozionale del cervello, della quale peraltro sappiamo molto poco.  
A volte può essere un profumo, una musica o un luogo a ricordarti qualcuno, a me è successo qualche giorno fa dal macellaio, davanti ad una faraona che mi ha subito riportato alla mente mia suocera. No, l’associazione di idee non è irriverente perché lei  la cucinava molto spesso e io l’ho assaggiata per la prima volta a casa sua. La faraona non è proprio una carne che trovi spesso nei supermercati o nei ristoranti, forse a causa del suo gusto un po’ più deciso rispetto al più comune pollo infatti non a tutti piace.

Una volta portata a casa la faraona però, non sapevo bene come cucinarla e purtroppo non ho più mia suocera alla quale chiedere consiglio così, ho navigato un po’ e mi sono imbattuta in una ricetta che mi è piaciuta moltissimo e in blog che mi ha conquistato. Non è facile trovare un blog al maschile, nonostante i più grandi chef siano uomini, il mondo della blogosfera è appannaggio quasi esclusivamente dell’universo femminile, perciò, trovare un ragazzo che scrive un blog e posta ricette magnifiche mi ha incuriosito e ho voluto provare la sua ricetta della faraona, modificando appena qualcosina.

Faraona 1/2
Cipolla 1/2
Olive nere taggiascheuna manciata
Patè di olive 1 cucchiaino
Carota 1
Sedano 1 costa
Pinoli una manciata
Capperi sotto sale 1 cucchiaio
Aglio 1 spicchio
Vino rosso 1 bicchiere  
Origano, timo e maggiorana freschi qualche rametto
Rosmarino 1 rametto
Alloro una foglia
Olio evo
Sale
Pepe

Tritare grossolanamente cipolla, carota, aglio e sedano. In olio ben caldo, far rosolare i pezzi di faraona quindi riporre i pezzi in un contenitore e soffriggere nello stesso olio le verdure sminuzzate.
Aggiungere di nuovo la faraona e bagnare con il vino, quindi coprire e lasciare cuocere per 10 minuti circa. Successivamente  unire le olive, il patè, i capperi sciacquati e i pinoli e lasciare cuocere per altri 5 minuti. Per ultimo aggiungere le erbe aromatiche, l’alloro e il rosmarino. Aggiustare di sale e pepe,  se necessario allungare con poca acqua calda e far cuocere per altri 5 minuti.

mercoledì 1 agosto 2012

Torta di ricotta, mascarpone e marmellata per un pomeriggio d'estate in piscina


Torta di ricotta, mascarpone e marmellata
Nella vita si incontrano tante persone e , per chi, come me, ha interessi vari, ha frequentato corsi, ha qualche anno di esperienza (diciamo così), il numero delle persone con le quali si ha avuto a che fare aumenta notevolmente. Ma quanti di questi individui puoi definire amici? 


La mia visione dell’amicizia, fino ad una certa età, è stata totalizzante nel senso che avevo una o più amiche del cuore con le quali condividevo tutto, soprattutto il mio tempo poi, con l’età e la famiglia, il rapporto con gli amici è cambiato, si è rarefatto ma non per questo è meno importante. Ho amiche che sento una volta l’anno, ma quella volta è come se non ci fossimo mai lasciate, abbiamo solo più cose da dirci. 



In uno dei vari corsi che ho seguito in vita mia, ho conosciuto Dunja, una ragazza spagnola con la quale ho legato particolarmente, tanto da far nascere una bella amicizia. Sono passati gli anni, lei ha cambiato residenza varie volte, si è sposata ed ha tre splendidi figli e da poco è tornata a vivere vicino. 


Racchiude molti degli stereotipi legati agli spagnoli: è solare, divertente, un vulcano di energie, sempre pronta al divertimento, parla velocissimo e ad un volume non proprio a norma di legge però, quando si tratta dell’educazione dei suoi figli si trasforma in una tata tedesca, imponendo regole ferree, mettendoli, per esempio, a letto alle 20.00 ogni sera, anche se c’è sempre il sole. 


Ha studiato per un po’ in Spagna, ha fatto le superiori in un collegio inglese e frequentato l’Università in Italia, con il risultato di parlare non tre lingue ma una sola che è la somma delle tre….conia neologismi continuamente e per non perderti, devi seguire il filo del discorso con attenzione altrimenti sono guai……


Vive con la famiglia nella villa di dei suoi genitori, una villa borbonica bellissima che suo padre ha riadattato in stile spagnolo. 


Quando ci invita in piscina o a cena è sempre una festa, io le propongo ogni volta di adottarci, o almeno di affittarci una delle numerose stanze ma niente…e allora mi accontento anche di passarci una giornata. Sono stata con Dario in piscina e, per far fare merenda a tutti i bambini, ho preparato una torta fresca, da tenere in frigo che hanno apprezzato davvero tutti i presenti, tanto che per penitenza, dato che la proprietaria ne aveva mangiata troppa, mi è toccato fare un’ora di acquagym insieme a lei.


Biscotti secchi 
(tipo marie) 200 gr
Ricotta
 250 gr 
Mascarpone 250 gr 
Burro 100 gr 
Uova 3 

Zucchero 80 gr
Bustina di vanillina
1
Farina 
1 cucchiaio
Marmellata ai frutti di bosco
Gocce di cioccolato bianco per decorare

Tritare finemente i biscotti e mescolarli al burro sciolto.
Rivestire una teglia con la carta forno (suggerimento: per fare in modo che i bordi siano il più regolare possibile, tagliare la carta da forno utilizzando le misure precise della tortiera. Basta segnare con una matita il diametro della base, tagliarlo con le forbici e farlo aderire utilizzando un po’ di burro sciolto. Lo stesso vale per il bordo). 

Versare il composto ottenuto nella tortiera e schiacciare bene. Lasciar riposare in frigorifero.
Mescolare la ricotta, il mascarpone, i tuorli, la vanillina e lo zucchero poi aggiungere  gli albumi montati a neve, mescolate tutto con delicatezza e versate il composto sulla base di biscotti. Mettere in forno a 180° per 30/40 minuti.
 Togliere la torta dal forno e farla raffreddare. Spalmare la torta di marmellata ai frutti di bosco (o a piacere) e decorare con gocce di cioccolato bianco.
Conservare in frigo e servire fredda.