lunedì 26 agosto 2013

Salsa Tzatziki......e intanto io comincio a sognare




Ogni estate ha il proprio tormentone. Musicali ne ricordo tanti, a partire da quel Vamos a la Playa che ha fatto ballare intere generazioni e, non solo quella dell’estate dell’ ’83, fino al Tacatà che mio nipote unenne, ballava a tempo lo scorso anno o il Pulcino Pio....pace all'anima sua. L’estate si sa è la stagione dei tormentoni, degli amori fugaci e intensi, delle cene fuori con gli amici, delle giornate infinite e dalle notti fresche. 

Quest’anno tra impegni di vario genere e il caldo non ho cucinato molto (anche se ho mangiato molto.... ma questo è un altro discorso), però il mio speciale tormentone in cucina c’è stato: fresco, veloce e profumato mi ha creato dipendenza. E’ lo tzatziki, salsa greca allo yogurt. 

      E’ una delle forse (a stare larghi) tre pietanze che mi ha cucinato il consorte in ben 21 anni, quando, ai tempi dell’Università, era stato venti giorni a rilevare per la tesi di vulcanologia a Santorini (beato lui!). Di ritorno volle farmi sentire questa specialità greca che al tempo non ebbe su di me un grande effetto e, forse perché aveva ecceduto con il cetriolo, non mi convinse. 


      L’ho rifatta per l’appuntamento di maggio di Libritivo utilizzando una ricetta, come dire, col pedigree, rifatta esattamente come nel blog di Irene. Così è nato questo strano sentimento che da tutta l’estate mi porta a farla e rifarla, fino alla decisione di fare le vacanze in Grecia….ebbene sì,  tra pochi giorni partirò per una isoletta, e dato che la mia conoscenza della Grecia per ora è stata solo quella continentale, ho grandi aspettative. Ne ho ricordi bellissimi, posti fantastici come le Meteore, Atene, Salonicco e via via fino verso la Turchia.

      Io mangio tzatziki e inizio a sognare…… 

    
     Yogurt greco 1 vasetto
     Aglio 1 o più spicchi pestati nel mortaio (io 1 piccolo grattugiato...ma dipende dai gusti)
     Cetriolo medio grattugiato 1/2
     Olio extra vergine di olivaun cucchiaio
     Aceto bianco ½ cucchiaino  (io di mele)
     Sale
     Pepe 
     Menta qualche fogliolina

Dopo aver grattugiato il cetriolo strizzarlo e lasciare che perda il liquido e poi mescolarlo allo yogurt e al resto degli ingredienti. La menta tritata si aggiunge alla fine.
Riporlo in frigorifero e tirarlo fuori poco prima di mangiarlo.

mercoledì 14 agosto 2013

Cartoline dalla Garfagnana.....Buon Ferragosto

Agosto per me significa anzitutto tornare alle origini. Almeno una settimana di coccole di mamma, nipote, e parenti e due chili in più buoni buoni non me li toglie nessuno. Le mattine in giro per la Garfagnana, i pomeriggi sonnacchiosi sul letto di mamma e la sera alla Settimana del Commercio la vera festa che da 30 si fa a Castelnuovo: negozi aperti anche la sera, sconti, eventi, manifestazioni e giochi che coinvolgono tutti (più o meno volontariamente), un mare di gente che anima le strade e per me un modo di rivedere tanti vecchi amici. 

Oggi nel Parco dell’Orecchiella 

 

passeggiate nel bosco, alle pendici della Pania di Corfino, 

 

cervi, caprioli e orsi (incontri protetti),



 i fiori del giardino di montagna, 


 

prodotti locali ,


 


e una pace senza prezzo......a  20 °C.





BUON FERRAGOSTO

martedì 6 agosto 2013

Metti una sera a Siena.... e una pappa al pomodoro



Siena è così, ti abbaglia, ti travolge, ti disorienta, ti toglie il fiato…… ad ogni passo ti avvolge di storia, architettura e tradizioni. E’ talmente magica da non riuscire a volte a vedere oltre la sua bella faccia. Per la maggior parte dei turisti è così, sedotti da tanta grazia, nessuno si ferma a guardare più in profondità, a cercare di conoscere ciò che ci sta dietro, a vedere quella Siena che nella bellezza, vive e lavora tutto l’anno.



La prima volta è stato così anche per me, dopo, non ripensavo altro che alla Piazza del Campo, alla vista della città dalla Torre del Mangia e al Duomo. Questa volta però è stato diverso. Con un cicerone come Patty, senese (più o meno) doc, io e le mie compagne di avventura in Siena e Stars abbiamo visto angolini particolari fuori dai più classici giri turistici, viste mozzafiato e strade meno frequentate. Impegnate con i ristoratori della città, ci siamo sentite raccontare una Siena diversa, quella che ha desiderio di riscatto rispetto alle vicissitudini che l’hanno coinvolta ultimamente, che ha voglia di reinventarsi promuovendo l’eccellenza dei prodotti, del cibo, introducendo programmi con musica di qualità e tanti eventi.



C’è una frase latina che si legge sopra una delle porte storiche delle  città Cor magis tibi Sena pandit, a indicare ai forestieri che la città è disposta ad aprire il proprio cuore più ancora della propria porta. Oggi quel motto è stato ripreso dal Consorzio Agrario di Siena, fondato nel 1901,che lo ha fatto proprio e lo rende una realtà per i coltivatori riuniti nella cooperativa e per i clienti che si possono rifornire di prodotti di qualità del territorio.



La visita al Consorzio e la cena, durante la quale abbiamo assaggiato molte delle specialità della zona, è stato un momento interessante e divertente, e con un bicchiere di buon vino in mano abbiamo ascoltato parlare Roberto, prima, in modo formale poi, sempre più rilassato e confidenziale dei prodotti e dei piatti che via via mangiavamo Il tutto tra, ilarità, poesia, spensieratezza.



Non so se sia, io ad essere fortunata o la categoria delle foodblogger è davvero speciale, ma, mi è sempre capitato di incontrare persone eccezionali, molto diverse tra loro, ma con le quali mi sono sempre sentita subito in sintonia. Anche a Siena è stato così. 

Stessa passione per le foto e...... per i vestiti!
Laura la conosco da un po’, abitiamo vicine e ci frequentiamo più o meno regolarmente. E’ un’amicizia nata con talmente tanta naturalezza che sembra a entrambe di conoscerci da sempre. A Siena ho incontrato per la prima volta Monica, riservata e dolce e Benedetta, un concentrato di energia, passione, simpatia e carattere. And last but not least, Patty, determinata, affidabile e sempre sorridente...praticamente il nostro faro :P. 

A loro devo molto perché , oltre ad aver trascorso tanto tempo insieme e ad aver condiviso una bella esperienza, mi hanno supportato (e sopportato) nei momenti di sconforto e preoccupazione per la creatura che avevo lasciato a casa con una brutta infezione intestinale.


Con Marco, il proprietario e chef dell’Osteria Le Sorelline, alla quale ero abbinata, ci siamo subito trovati d’accordo, io ho proposto dei piatti che mi raccontassero, da realizzare però con la sua esperienza e la sua conoscenza del territorio , in modo da contaminarli e arricchirli, nello spirito di quel jazz che avremmo ascoltato successivamente nel concerto di Claudio Fasoli Four nella piazza del Duomo, nato proprio da influenze diverse. Così è stato, io ho messo la mia ricetta, ho portato la farina di castagne, ingrediente principale dei piatti, dalla Garfagnana e lui ha aggiunto il proprio modo di cucinare, ha inserito qualche nota personale, ha impiattato secondo il suo stile, chiedendomi sempre se fossi d’accordo. La focaccina di farina di castagne con pancetta arrotolata e pepe rosa è diventata con rigatino e dragoncello fresco di campo, una combinazione nuova che ha soddisfatto entrambi.

Marco prepara le tagliatelle di castagne



Caterina al lavoro.....indovina dov'è la blogger?
Focaccina di farina di castagne con rigatino e dragoncello fresco
Gelato al fiordilatte con fichi caramellati al miele di tartufo
Clienti nel vicolo
 Marco è riuscito a fare anche un pane di castagne profumato e croccante. Il risultato è stato un menù allegro, colorato che è piaciuto molto ai clienti che si sono lasciati convincere da me e Caterina ad assaggiarlo. Sono rimasta molto contenta soprattutto perchè un cliente americano, palesemente soddisfatto, mi ha confessato quanto gli piacessero i piatti che non solo sono buoni ma che raccontano una storia e  un territorio.




Claudio Fasoli Four
Il concerto, in una piazza splendida, avendo come cornice il Duomo, lo confesso, mi ha riconciliato con il jazz che temevo, influenzata da ricordi di concerti passati. Sarà stata l’atmosfera, l’aria frizzantina della sera, la bravura dei musicisti, ma mi è piaciuto molto…insomma bilancio di questa avventura superpositivo…e ora che  a Siena ho scoperto anche la pappa al pomodoro non la lascio più. Ebbene sì, nonostante la mia toscanità non si possa mettere in discussione, non l’avevo mai assaggiata, dalle mie parti non è un piatto tipico….per ora!



Per la ricetta mi  sono  lasciata ispirare da un'altra toscanaccia doc e ho preso la ricetta dal suo I love Toscana.


Pane toscano raffermo 250 gr
Carota 1/2
Sedano 1/2 costa
Cipolla rossa 1/2
Passata di pomodoro 750 ml (io ho usato quella della mamma...impagabile)
Aglio 1 spicchio
Basilico qualche foglia
Sale
Pepe
Olio evo

Tagliare il pane raffermo a dadini e metterli in una ciotola coperti d'acqua. Nel frattempo preparare un trito di sedano, cipolla e carota. Soffriggere il battuto in un filo d'olio per qualche minuto poi versare la passata di pomodoro e lasciar bollire a fuoco basso per 15 minuti. Aggiustare di sale e pepe. Strizzare il pane e versarlo nella pentola, amalgamarlo e cuocere per altri 10 minuti. Aggiungere uno spicchio d'aglio schiacciato e qualche foglia di basilico. Togliere dal fuoco e condire con olio buono. Lasciarla riposare almeno un'ora e poi riscardarla e servire.