domenica 14 ottobre 2012

Shalom, il pane dolce di Shabbat






Shalom è una parola che ho imparato da piccola andando in chiesa, perchè, durante la Messa, veniva cantata una canzone  che la ripeteva nel ritornello e da allora, non l’ho più dimenticata. Shalom era probabilmente l’unica parola che conoscevo in ebraico, fino ad ora, fino a quando, cioè, causa MTC, non ho sentito la necessità di studiare e conoscere qualcosa in più riguardo all’ebraismo e in particolare al kasherut, l’insieme delle regole di ciò che è kosher (conforme) e si può mangiare e cosa è taréf (non conforme) ed è vietato.






L’idea di preparare un pane dolce di Shabbat, con tutti quei divieti, mi aveva un po’ lasciata perplessa, ma, a riprova che l’ignoranza è la madre del pregiudizio, documentandomi, ho scoperto che il modo di porsi di fronte al cibo, nell’ebraismo, è legato alla qualità degli ingredienti ed è un modo sano di mangiare. Il pasto è un momento importante della giornata e della vita di una famiglia e soprattutto, nelle festività, diventa momento di lode e preghiera.
Ricordati del giorno dello Sabato per santificarlo. Lavora sei giorni e fa in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo sacro all’Eterno che è l’Iddio tuo. Non fare in esso lavoro alcuno né te, né il tuo figliolo, né la tua figliola, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora entro le tue porte; poiché in sei giorni fece l’Eterno i cieli, la terra, i mari e tutto ciò che
è in essi, e si riposò il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di riposo e lo ha santificato” (Esodo 20, 8-11).
Il giorno di Shabbat, il sabato, è un giorno di festa, di preghiera e di gioia, durante il quale tutte le attività lavorative vengono sospese per dimenticare gli affanni della vita quotidiana e dedicarsi alla famiglia e agli amici. Ogni gesto, in questo giorno, ha un significato ben preciso, un simbolismo e un rituale codificato, immutato nel tempo. Si accendono le candele, si preparano le challot (due challah) i pani del sabato e si recita la benedizione del pasto.





La versione del pane del sabato, proposta da Eleonora, non essendo propriamente una challah, poiché è impossibile modificarne gli ingredienti, è una variante che, ho voluto vedere come un’apertura, un pane della tolleranza e del rispetto. Per questo motivo ho scelto di prepararlo con ingredienti che sono tipici della cucina marocchina e tunisina, immaginando di festeggiare lo Shabbat con amici di altre religioni e dare un senso, seppur culinario, alla parola shalom.  La stessa forma del pane è un abbraccio simbolico che celebra l'unione coniugale ma in questo caso può avere un significato più ampio.  Il risultato è stato sorprendente, tanto che i miei due pani sono già spariti.

“E’ crudele mangiare il vitello intriso del latte di sua madre” (Deuteronomio :14, 21; Esodo: 23, 19 e 34, 26)

Quale migliore occasione di un pranzo del sabato con commensali intolleranti ai latticini, per presentare il pane dolce? Il pane di Shabbat deve assolutamente essere realizzato senza latte e derivati, poiché il sabato è giorno nel quale si mangia la carne e non è possibile mescolarla con il latte.

per due trecce ripiene:

Farina 0 500 gr 
Uova 2
Zucchero 100 gr 
Lievito di birra 20 gr 
Acqua tiepida 125 ml 
Olio extra vergine d'oliva 125 ml 
Sale 10 gr 
Mandorle 100 gr
Zucchero di fiori d’arancio mezza bustina (l’ho comprata in Marocco, vanno benissimo anche qualche goccia di acqua di fiori d’arancio)
Miele 2 cucchiaini
Datteri 200 gr
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero


Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.

Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere le mandorle tritate grossolanamente e mescolate con lo zucchero di fiori d’arancioe il miele sulle tre parti.

Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti".

Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
  
Per la seconda treccia frullare i datteri denocciolati e distribuire sulle strisce di pasta. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore. 
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo e papavero.

Infornare in forno già caldo a 200°C per circa 15-20 minuti.


Con questa ricetta partecipo all'MTC di ottobre!

20 commenti:

  1. Lo dicevamo con Eleonora: sono i post, ancor più della ricetta, a lasciare senza parole. Ora lei non c'è, ma non fatico ad immaginarmi le emozioni che proverà, leggendo questa tua introduzione, un vero gesto di amore nei confronti di una tradizione a cui non appartiene, ma nei confronti della quale ti sei posta con rispetto e interesse sincero. e notavo che il tuo pane del sabato è davvero "ebraico", se mi passi l'aggettivo: c'è un'aderenza capillare alla cultura di questo popolo nella scelta degli ingredienti e nel loro accostamento, a conferma di una adesione piena, che va al di là delle dosi e del procedimento.
    Grazie, davvero
    ale

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    1. Grazie Alessandra, sai, quello che veramente mi piace dell'MTC è lo stimolo che mi da ogni volta, l'occasione per studiare, conoscere e imparare qualcosa di nuovo, perciò sono io che ringrazio voi (tu e le altre). Ciao cara.

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  2. I tuoi post sono sempre meravigliosi! Mi soffermerei a leggerli e a guardare foto e ricette per delle ore! Bravissima! :)
    Ci credi che ho appena pubblicato il mio pane e in una delle due trecce ho usato i datteri? :D

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    1. Sei troppo buona, come sempre ma ti ringrazio i complimenti fanno sempre piacere. Ho visto la tua ricetta, bellissima. Ciao cara.

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  3. Ho letto con molta attenzione e curiosità le tue parole ed ho ammirato le tue trecce ripiene.
    Concordo con te che l'MTC, al di là della gara, ci permette sempre di scoprire cose nuove ... ed addirittura questo mese ci ha messo di fronte ad una cucina quasi totalmente sconosciuta alla maggior parte delle persone e così ricca di significati.
    Ci credi che io ho ancora davanti la nebbia e non ho avuto ancora tempo per "studiare" la ricetta! ;-) Mi devo mettere sotto!
    Un bacioooooo

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    1. Grazie Monique, vedrai che sono facili e buonissime e la tentazione è quella di farne e rifarne. Vedremo, intanto aspetto le tue. Ciao cara.

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  4. Annarita ti è venuta una meraviglia questa treccia! Complimenti! Un abbraccio e buona giornata!

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    1. Grazie cara, era anche molto buona,credo proprio che la rifarò perchè per colazione è ottima. Ciao a presto.

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  5. Bravissima Annarita!! Bellissimo il post, splendide le trecce!! ...e tra i due ripieni non saprei quale scegliere...

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  6. Che belli i tuoi pani, ma quanto più bello è il post!
    Parlare di pane della tolleranza, del rispetto e dell'amicizia è raccontare il vero spirito che pervade l'MTC!!!!
    Grazie.

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    1. Oh grazie Mapi, me lo prendo tutto questo complimento...mi piace. ciao a presto.

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  7. Che bel post. letto e riletto. Un post di amicizia, tolleranza, amore. Grazie davvero. Non sai quante volte nelle grandi feste o per uno Shabbat ho invitato amici di altre religioni e culture a condividere con noi il momento, e da quando siamo qui in Marocco, ormai da un anno, lo faccio con più regolarità e più volentieri, anche perchè i marocchini sono forse l'unico popolo islamico che ama gli ebrei. non posso quindi che condividere le tue parole, complimentarmi con te per il tuo scritto e per i tuoi ripieni ragionati e intenzionati e assolutamente non improvvisati o banali. Semplicemente fantastico.
    grazie di cuore

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    1. Che bello pensare che tutto ciò che ho immaginato sia davvero possibile ogni tanto! Ti ringrazio per le belle parole. Ciao a presto.

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  8. bellissimo post, veramente, a questo giro di MTC stiamo raccontando storie, ed imparando cose, che vanno molto al di là della cucina.
    mi piace molto anche il tuo pane, veramente un ponte fra le culture.

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    1. Ti ringrazio tanto, ma l'MTC è un pò così ogni volta, racconta sempre un pò di ognuno di noi e ci coinvolge tantissimo. Ciao a presto.

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  9. signora mia, lei è pura poesia... mi ha lasciata a bocca aperta questo post, le tue parole sono un valore aggiunto che rende la ricetta ancora più preziosa.....
    smack

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    1. Troppo gentile cara Sere. Ad essere sincera mi è piaciuto molto pensare e scrivere di questo argomento, senza voler entrare in questioni storiche e/o politiche che mi sembravano fuori luogo in un blog di cucina. Ciao bacio.

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  10. ...i miei pani dolci sono già belli e mangiati, il mio post non c'è ancora... ma lo sai che i nostri pani dolci hanno qualcosa in comune???... nello spirito però... perché a me mica sono venuti questi intrecci paffuti e perfetti!!!
    bravissima, mi piace sempre il tuo modo di fissare le idee in una ricetta e la naturalezza con cui poi lo racconti.

    :*
    roberta

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    1. Grazie davvero, sei molto gentile. Ti assicuro che non è stato così facile scrivere il post perchè l'argomento non era banale e non volevo scivolare in argomenti di storia e politica che mi sembravano fuori luogo in questo contesto. Ciao Roberta a presto.

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